sie sagen Über mich

blow up 2008

Interessante esordio per una formazione a trio capitanata da Daniele Faraotti, musicista di vasta esperienza in bilico fra musica colta (è diplomato in chitarra e composizione), indie e canzone d'autore (ha tra le altre cose partecipato allo splendido tentativo avantgarde di Patty Pravo "Ideogrammi" e all'album "La scoperta dell'America" di Claudio Lolli).
Daniele è compositore, arrangiatore e in questa sede anche chitarrista versatile e virtuoso dalla spiccata vena indie rock ampiamente contaminata da tentazioni progressive.

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und so writer 2008

La rassegna si svolgerà in sei concerti e due incontri-dibattito. La manifestazione vedrà come protagonisti alcuni tra i più interessanti artisti del settore operanti sul territorio nazionale, sia di giovane generazione che di consolidata esperienza.
La caratteristica principale della rassegna, nominata “Und So Writer”nuovi autori e nuove canzoni – sarà quella di offrire ad un pubblico che sappiamo vasto ma spesso trascurato, una prima offerta di quello che è il panorama contemporaneo della forma canzone nelle sue più diverse caratteristiche stilistiche ed espressive.

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musicplus 2008

“Di sicuro il pop ha generato un flusso senza fine, puoi anche costruirti il tuo piccolo stagno, ma se lo stagno non è connesso al fiume, che a sua volta sfocia nell’oceano, prima o poi si prosciugherà e diventerà poco più di una pisciata e io sono vissuto troppo a lungo per essere felice di una pozzanghera” Robert Wyatt.
Debutto sulla lunga distanza per Daniele Faraotti Band, trio di stanza a Bologna, che per questo cd si è avvalso di numerose collaborazioni, tra le quali i piedi di Laura che compaiono in copertina. Debutto che mescola indie rock, progressive e pop d’annata.

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inserto la stampa 2008

“Und So Writer”, che nasce sotto la direzione artistica di Marco Coppi e Daniele Faraotti, rappresenta un’occasione più unica che rara, di mettere a contatto artisti e pubblico in maniera inorganica, in un contesto alternativo alle proposte del tradizionale mercato industriale della musica, contribuendo a sostenere e vivacizzare una forma di espressione artistiche che rappresenta da sempre un importante capitolo nell’ambito delle prosuzioni culturali. Bologna è già sede del Centro Internazionale della Canzone d’Autore guidato da Davide Rondoni e Lucio Dalla, che ha recentemente preso vita dal Centro di Poesia Contemporanea dell’Università felsinea, e la città non cessa di seguire attentamente tutto quello che si muove intorno alla canzone d’autore.

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blow up 2009

Ciò Che Non Sai Più [CD Alka Records] 4t- 20:06. Il progetto Daniele Faraotti Band è sicuramente una delle più salde, creative e professionali realtà musicali attualmente in azione in ambito italiano. Anche questo nuovo biglietto da visita in quattro pezzi, scodella un poker d’assi di tutto riguardo che accosta progressive e vena dadaista, jazz rock e anarchia di ascendenza punk, nonché una salda ispirazione cantautorale che rimane fra le righe, ma aggiunge coraggio e peso specifico alle liriche.

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Mensile Bologna

«La musica ha sempre fatto parte della mia vita. Già a sei mesi ero magneticamente attratto dal giradischi. Nell’adolescenza è nato l’amore per il rock e l’antagonismo con mio padre che ascoltava soprattutto musica classica. In quel periodo a Rossini rispondevo con Led Zeppelin. Poi c’è stato uno scambio, lui si è appassionato ai miei miti e io sono rimasto folgorato dalle arie di Stravinsky, Mahler e Beethoven per quasi vent’anni».
Daniele Faraotti, nato a Forlì e bolognese d’adozione, oggi voce e chitarra della Faraotti Band con cui esegue i suoi brani, è da sempre ascoltatore onnivoro e divoratore di note.

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blow up 2012

Canzoni in salita – CD Bombanella/A Buzz Supreme – 10t – 44:33 Da alcuni anni Daniele Faraotti porta avanti la sua canzone d’autore contaminata da progressive e varie altre influenze anglosassoni. Un numro di persone assai minore di quanto il progetto meriterebbe si è sin qui accorto di lui e davvero si tratta di una trascuratezza colpevole. Qualora servissero ulteriori conferme, il nostro si propone all’attenzione con questo prodotto di altissimo artigianato, autorferenziale quanto si vuole ma splendido, in cui una impressionante sequenza di canzoni art-rock, cantate in parte in inglese, in parte in italiano, mette in campo il consueto composito immaginario, arricchendo di ulteriori maturità di sfumature.

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rockerilla 2012

La stoffa dei grimpeur ce l’hanno eccome, i tre della Daniele Faraotti Band. Lo si intuisce subito da come affrontano i tornanti più impegnativi della composizione, gli strappi violenti lungo un tracciato melodico e le asperità presentate da armonie e ritmi a cavallo di generi ed epoche differenti. Ovvero con la vis post punk dei migliori Wire, l’estro prog dei Crimson più maturi, la spregiudicata visione rock-jazz della Mahavishnu Orchestra e la sghemba accezione della canzone d’autore di Faust’O. Agili e leggeri anche laddove si assumono la responsabilità di arrangiamenti più articolati e complessi, timbriche (fiati, theremin, violoncello) inusuali per la geometria a tre. Il Gran Premio della Montagna nel Giro dell’Italia indie ha in loro dei seri pretendenti.

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rumore 2012

L’appunto che vien spontaneo di muovere al secondo album del trio bolognese condotto dal navigato polistrumentista Daniele Faraotti (già collaboratore di Patty Pravo e Claudio Lolli), è quello di voler comprimere al suo interno, spesso nello stesso brano, troppi generi e linguaggi diversi: canzoni indie rock in italiano e scherzi di studio zappiani, riff e ghirigori prog tra King Crimson e Gentle Giant, colte partiture classiche e art rock alla Radiohead, melodie beatlesiane via XTC e altro ancora.

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XL 2012

Le canzoni in salita sono come la matematica. Sono dure da digerire. Amano complicarsi la vita tra tempi dispari, accordi strani, rullate infinite, ardite discese e risalite. Più le ascolti, più ti senti male.
Se prese in dosi massicce, procurano vertigini, fedeli alla dottrina prog rock che ama fare le cose in grande. Ma non sempre sono presuntuose. Non dimenticano che il loro ruolo è quello di emozionare.
Il talentuoso Faraotti è un devoto discepolo, ma non un fondamentalista. Col suo trio mette d’accordo Beatles, King Crimson e Radiohead con una facilità invidiabile che farebbe sorridere anche John Lydon (Le cose, Uh mani). Canzoni in salita che non hanno il fiato corto, ma guardano lontano.

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blow up 2019

Il chitarrista Daniele Faraotti, già collaboratore dell'ultimo Lolli e membro a Bologna dell'Angelica Festival Orchestra, ha costruito le (meta)canzoni del nuovo lavoro attorno a istintive improvvisazioni strumentali e vocali, con estemporanei testi nonsense in un "inglese afasico", canovacci poi pazientemente rifiniti e arrangiati in studio con l'aiuto di vari ospiti, cercando di non smarrirne l'iniziale spontaneità.
La title-track parte dal loop di una batteria giocattolo, su cui si dipana una dolente aria wyattiana, I Got The Blues è una malinconica psych song provvista di un delizioso video a base di micro-pupazzi (cercatelo su YouTube).

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Music.it 2019

Dalla scena underground emiliana arriva il nuovo album di Daniele Faraotti, in nove tracce fuori dal comune, caratterizzate da improvvisazioni e loop elettronici molto convincenti. “English Aphasia” è un disco diverso dall’omologata scena musicale attuale, perché contiene istinto, coraggio, voglia di osare e desiderio di non scendere a troppi compromessi.
L’album si apre con la title track, che rafforza questo concetto, proponendosi come una canzone istintiva, senza ritornello, e con una linea di toy drum. La seconda traccia porta con se profumo di The Rolling Stones

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Rockrage.it

L’assurdo è che mi sono svegliato questa mattina facendo un pensiero antico per me. Andiamo per gradi. Siamo d’accordo che la canzone è un’espressione artistica che unisce musica e testo? La musica parla al cuore delle persone di qualsiasi lingua. Ok e quindi, se uno non capisce il testo ma mi spiegate voi che cosa apprezza della canzone? Ne apprezza metà, le atmosfere e quel povero cristiano di cantautore che ha sbattuto magari un mese di fila la testa al muro per cercare la parola per far quadrare il cerchio? Lavoro a vanvera direi, tanto non abbiamo capito niente dell’intero testo…anzi spesso neanche lo abbiamo ascoltato. Le parole diventano musica…mah! Qualche giorno fa ho visto un concerto di The Niro: bellissimo come sempre, una voce che non sta su questa terra. Poi un’amica, fuori, esplode in un impeto di entusiasmo e mi dice: “No vabbe, l’inedito di Buckley che ha cantato prima è da brividi”. Ed io: ma tu hai capito di cosa parla? E lei. No. Ok. Però è da brividi.

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Raropiù

Bellissimo e conturbante lavoro di Daniele Faraotti dal titolo English Aphasia che oggi ritroviamo in vinile fresco di stampa. Eclettico rock psichedelico che rompe ogni forma e cliché dimostrando di saperlo fare con un certo gusto internazionale che inevitabilmente rimanda alle tinte goliardiche di David Byrne, alle mode sovversive dei Beatles o agli scenari industriali di Bowie. E non escludo quei cantilenanti momenti acidi che artisti come Claudio Rocchi ci hanno regalato nell’Italia degli anni ‘70. E quasi ogni brano si compone anche di bizzarri ingredienti come l’imprevedibile clacson ripreso da Il sorpasso di Dino Risi in Leonore Sprache. E a tutto questo si aggiungono liriche quasi totalmente inesistenti, cantate principalmente in un inglese grammelot che fa di questo lavoro un’esperienza sonora davvero affascinante. Col senno di poi, Faraotti porta a casa un disco decisamente prezioso, proprio per quella libertà artistica che spesso soffochiamo di regole.

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